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mercoledì 28 luglio 2010

Smontare è più facile

Ed eccomi di ritorno da Sezzadio, ormai già da qualche giorno, a raccontarvi l'esito della trascorsa settimana di mostra.





Per prima cosa, voglio che sappiate che i pannelli hanno retto!
Ho avuto un attimo di suspance quando ho ricevuto una telefonata da Angela Agostinetto, l'organizzatrice della mostra; lei voleva gentilmente informarmi circa l'andamento dell'esposizione, peraltro buono, ma io, appena ho intravisto il numero sul display del telefono, ho avuto un tuffo al cuore: "Ecco", ho pensato, "è venuto tutto giù."

E invece no.

Grazie a Dio (in questo caso palesatosi in forma di puntina) sembrava che nessun foglio si fosse staccato e che, invece, la mostra fosse molto apprezzata, soprattutto dai bambini.

Di questo siamo decisamente molto soddisfatte!

Sono partita quindi per Alessandria nella mattinata di giovedì, stesso orario della volta prima, con una certa ansia, sì, ma molto più stemperata (la telefonata era giunta a fine mostra, quindi, in ogni caso, se ci fosse stata una frana, sarebbe avvenuta in tempo di chiusura).
A parte questa lieve preoccupazione, cosa poteva mai andare storto?
Mancare la fermata del treno, per esempio?
Già.
Appunto.

Io giurerei che tra Arquata Scrivia ed Asti non ci siano state fermate intermedie, ma il piano orario del treno stranamente non sembra confermare la mia versione.


Poiché la teoria del rapimento alieno - o dello slittamento in qualche stringa adiacente spazio-temporalmente sfasata rispetto la nostra realtà oggettiva - sembra essere meno credibile, be', diciamo, di un banale colpo di sonno (sarà che la sera prima non ho dormito affatto per via del caldo), credo proprio che dovrò spiegarmela così.

Ed è anche la spiegazione che ho dovuto balbettare al telefono, perché ero attesa ad Alessandria dall'artista (Marco Briggi) che quel giorno si alternava a me alla mostra - e che doveva ancora allestire - per le 9.30.
Sono arrivata invece, sempre via treno, a mezzogiorno e mezza.

Non ripeterò per gentilezza gli accidenti che quel poveretto mi ha lanciato, anche perché troppo signore per riferirmeli ad alta voce (ma io potevo benissimo vederli girare in tondo attorno alla sua testa). Dirò solo che siamo saliti in auto e giunti comodamente a Sezzadio, dove abbiamo rispettivamente smontato e montato più o meno allegramente per il resto del pomeriggio.

Le lastre di polistirolo erano ancora appese e nessun foglio mancava all'appello, nessuna puntina cedeva alla forza di gravità. Anzi! Meraviglia delle meraviglie, la colla vinilica alla fine aveva pure funzionato, tant'è che per staccare alcune illustrazioni ho quasi (quasi) faticato.

Altre due cose belle sono successe quel giorno:

1) ho imparato a piantare chiodi
2) ho visitato Monferrato (che ho scoperto essere famoso per la grappa)

Poi ho preso il treno e questa volta ho azzeccato la fermata.
E mentre trasportavo i pannelli su per le scale di casa, ho pensato che fosse un peccato utilizzarli una volta sola. Perciò... chissà!

2 commenti:

  1. Ho letto, con inquietudine, il tuo resoconto sull'allestimento della mostra.
    Non immaginavo potesse essere tanto complicato...
    Comunque, sono lieto che sia andata bene!
    :)
    La tua storia è coinvolgente e divertente (per noi), ad ogni modo.
    Ciao e buona serata! ^^

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  2. :) :) :) E' complicato solo perché sono io a farlo! XD
    Una buona serata anche a te e lieta di averti strappato un sorriso. ^^

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